Zhang Jinhui. La linea della vita
a cura di Monica Dematté
«Tutti i miei dipinti, non importa se grandi o piccoli, iniziano da una linea. Quando li guardo, anche dopo molto tempo, so esattamente da dove sono partita».
ISBN 978-88-98918-12-6
brossura
2020 f.to 14,8×21 pp. 56 ill. 14
€12,00
È la mostra che ha inaugurato la serie di incontri dedicati agli Artisti ricercatori, promossi dalla Fondazione Castellani per dare la possibilità al pubblico di entrare in contatto diretto con gli artisti e la visione che sottende al loro lavoro.
Zhang Jinhui, artista cinese nata a Kaifeng (Henan), dipinge utilizzando un unico colore: il nero ad olio su tele perlopiù non trattate. Il pennello e l’inchiostro sono stati, e sono tuttora, gli strumenti fondamentali nella pittura tradizionale cinese, che Jinhui conosce bene perché proviene da una famiglia di pittori. Quel canone prevede che i tratti della pittura siano uguali a quelli della calligrafia, e siano portatori di un retaggio culturale e tecnico che è diventato nei secoli sempre più imponente. Proprio per questo, per sentirsi libera da un’eredità così complessa e impegnativa, Jinhui ha scelto l’olio e la tela invece dell’inchiostro e la carta. Si è però “riconosciuta” nell’uso del tratto, elemento-base della pittura del suo Paese, come unico mezzo in grado di rappresentare lo spirito vitale dei suoi soggetti, e nella scelta di un solo colore, il nero, convinta come Federico Fellini che i colori limitino l’immaginazione.
Un altro aspetto della tradizione cinese che Jinhui ha conservato è l’atteggiamento con cui si avvicina alla tela: come nella consuetudine antica, al momento di apporre il primo tratto il quadro è già tutto dentro la sua mente. Non ci sono schizzi preparatori, non sono ammessi errori e correzioni: ogni linea è definitiva.
Nelle tele compaiono principalmente parti di alberi o montagne, rappresentati con un taglio quasi fotografico. Oltre e dentro i paesaggi, nella pittura di Jinhui si trovano spesso insetti giganteschi o uccelli privi di testa. Sono presenze piuttosto inquietanti, che l’artista ha scelto per evitare che gli osservatori attribuissero loro arbitrariamente emozioni e sentimenti prettamente umani.
Per Zhang Jinhui fare arte è una necessità: la pittura la aiuta a sciogliere i lacci dei condizionamenti, a liberarsi dalle emozioni che sembrano sopraffarla e di cui, quando l’opera è compiuta, può ritenersi semplice spettatrice.
La mostra La linea della vita, in collaborazione con il MO Art Space, si è inaugurata all’inizio di febbraio 2019.